sabato 26 gennaio 2008

Maestri?

A buon intenditore...

mercoledì 23 gennaio 2008

Preveggenza


Si è tornati a leggere su libri e giornali con crescente frequenza di George Orwell e del suo romanzo 1984 .
Si tratta di un argomento di indubbia attualità: l'autore immagina infatti una tirannia basata sul controllo e la manipolazione dell'informazione e sulla più rigida e spietata repressione di ogni forma di libertà politica e intellettuale. Chi sgarra commette la colpa delle colpe, lo «psicoreato», che provoca una scomunica sociale con conseguenze tremende, definitive.
«Lo psicoreato non comporta la morte, esso è la morte».
Il personaggio della vicenda si chiama Winston Smith, «l'ultimo uomo in Europa» , come Orwell in un primo momento voleva intitolare il libro. Smith lavora al Ministero della Verità, dove è incaricato di «riscrivere», secondo le esigenze del momento, le notizie che riguardano il passato, bruciare i documenti originali e sostituirli con quelli «rielaborati».
Smith sapeva, ma forse era l'unico rimasto ad avere una memoria storica e voglia di conoscere. «Libertà è la libertà di dire che due più due fa quattro» , continuava a ripetersi. «Non era vero, come sostenevano le cronache, che il Partito aveva inventato gli aeroplani. Lui gli aeroplani se li ricordava fin dalla più remota infanzia, ma non si poteva dimostrare nulla. Non esistevano più le prove».
Si sentiva tragicamente solo. L'ultimo uomo ad avere qualche brandello di conoscenza e, soprattutto, qualche interesse a conservarla.
«Ma questa conoscenza, dove si trovava? Solo all'interno della sua coscienza, che in ogni caso sarebbe stata presto annientata. E se tutti quanti accettavano la menzogna imposta dal Partito, se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera. “Chi controlla il passato” diceva lo slogan del Partito “controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”».
Il Ministero della Verità si occupava anche di redigere la «neolingua», che consisteva in una progressiva semplificazione del linguaggio: un numero sempre più ridotto di vocaboli e una costruzione sempre più essenziale della fraseologia. Un lavoro incessante di forbici: vocabolari con sempre meno pagine. Più la neolingua si faceva scarna, più facilmente le comunicazioni – sia pubbliche che private – erano controllabili. E non solo: «Lo scopo principale a cui tende la neolingua è quello di restringere al massimo la sfera d'azione del pensiero. Alla fine renderemo lo psicoreato letteralmente impossibile, perché non ci saranno più parole con cui poterlo esprimere». La popolazione era divisa in due. Da una parte la maggioranza, i «prolet», verso la quale non vi erano preoccupazioni di sorta: nessuno di loro si interessava alla politica o ambiva a carriere di potere; lavoravano, si distraevano con la pornografia che gli veniva ammannita in abbondanza, si divertivano, procreavano, si ubriacavano; una massa informe e spersonalizzata. I prolet non avrebbero mai potuto ribellarsi.
Poi c'era l'ampia classe dirigente che si occupava di tutto; una moltitudine di burocrati e funzionari estremamente inquadrata e controllata. Attraverso una capillare rete di televisori ricetrasmittenti ogni frase era intercettata, ogni movimento sorvegliato, mentre incessantemente erano divulgati i comunicati del Partito. Un indottrinamento continuativo e martellante.
Winston Smith, per scrivere qualche riga su un diario, era costretto a rannicchiarsi in un angolo dietro allo schermo: l'unico punto della casa dove l'occhio del Grande Fratello non arrivava.
Come Orwell, con sorprendente intuizione, abbia previsto il nostro tempo ce lo confermano l'uso di un vocabolario oggi sempre più scarno e internazionalizzato, le diffuse intercettazioni telefoniche, dei fax, delle e-mail, l'opportunità di utilizzare i computer come microfoni ambientali, e ancora la possibilità di individuare un cellulare, anche se spento, la facilità con la quale si possono ricostruire attività e spostamenti di un individuo attraverso il Bancomat, le carte di credito e il Telepass. L'Oceania, il regno del Grande Fratello – la cui capitale è Londra – è in perenne stato di guerra. Per lo più una guerra lontana, tanto che spesso Smith si domanda se si tratti di un reale conflitto o solo di una artificiosa falsa informazione utile a conservare in soggezione la popolazione, chiederle sacrifici, farle vivere un solidale sentimento di odio.
Ma ci sono anche le bombe-razzo che cadono vicino e fanno danni e vittime, e che finiscono per fugare nella maggioranza ogni possibile dubbio sull'esistenza del nemico. Come oggi. Ma «le bombe-razzo che cadevano tutti i giorni su Londra erano probabilmente sganciate dallo stesso governo dell'Oce-ania, per mantenere la gente nella paura». La consapevolezza di essere in guerra, e quindi in pericolo, fa sì che la concentrazione di tutto il potere nelle mani di una piccola casta sembri l'unica e inevitabile condizione per poter sopravvivere». E ancora: «Non importa che la guerra sia combattuta per davvero e, poiché una vittoria definitiva è impossibile, non importa nemmeno se la guerra vada bene o male; serve solo che uno stato di belligeranza persista». Winston Smith, il personaggio del romanzo di Orwell, cade nello psicoreato: rifiuta l'omologazione, pretende una vita privata libera, con la donna che ama, sia pure in una stanza sporca e disagevole, ma senza controlli; e arriva persino a praticare la ribellione. Viene scoperto, internato, torturato, omologato a forza. Per quell'«ultimo uomo in Europa» la fine è disperata e senza ritorno. Winston Smith, prima di crollare, dice al suo torturatore: «Non so come, e neanche m'importa, ma non riuscirete nel vostro intento. Qualcosa vi sconfiggerà. La vita vi sconfiggerà». «Io so che fallirete. C'è qualcosa nell'universo... non so, uno spirito, un principio... che voi non riuscirete mai a dominare... Lo spirito dell'Uomo».
Dal sito 1984.org
Ho voluto citare questa analisi del libro di Orwell perchè lo rilego quasi ogni anno sperando che si discosti dalla realtà. Ma non è mai così, è sempre più simile, sempre più reale.
Il grande fratello, non quello televisivo, ma quello che controlla la vita di tutti noi, esiste e si rivela sempre di più anche se tutti noi facciamo finta di non vederlo, per mantenere inalterata la nostra percezione della realtà. Informiamoci di più su quello che accade. Non fermiamoci alla facciata, approfondiamo, creiamoci una nostra idea sulle cose. Non recepiamo tutto quello che ci viene da tv e giornali, come oro colato. Sviluppiamo il nostro senso critico e l'intuito. Se captiamo che in una situazione c'è qualcosa che non va il più delle volte è vero. Insegnamo ai nostri figli a ragionare con la prorpia testa, da UOMINI LIBERI!

martedì 22 gennaio 2008

Dai il meglio di te

Dai il meglio di te...
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE
Madre Teresa di Calcutta